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l’arrivo 11


Maria Fara la giudicò subito per una ragazzina brutta e goffa. Indossava infatti un vestitino goffo, di indiana nera, e col fazzolettino di lana stretto sotto il mento, pareva molto brutta, così mingherlina, con la pelle di un pallore olivastro, il profilo irregolare e la bocca troppo grande. Aveva gli occhi e i capelli castanei, grosse mani e grossi piedi mal calzati: proprio una bambina da villaggio, da montagna. “Dio sa come è maleducata„ pensò Maria Fara con un leggero disgusto all’idea che Annicca sarebbe andata a letto assieme a Caterina.

A sua volta Annicca provava una grande soggezione sotto lo sguardo di Maria, ch’era una donna alta, robusta e bellissima. Anche Paolo, ora le dava soggezione. Ma quando le serve uscirono e la vicina se ne andò e Paolo si ritirò seguito dalla moglie, Annicca potè farsi un’idea giusta del luogo e delle persone fra cui si trovava. Antonino era venuto a baciarla, più che fraternamente.

— Come ti chiami? — le chiese.

— Anna, e tu?

— Antonino, e questa qui Caterina.