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234 capo d’anno


Anna sorrise, ma si morsicò le labbra. La gentilezza del fidanzato di Caterina era per lei una scudisciata sul volto, perchè rievocava tanti amari ricordi che la umiliavano e l’addoloravano.

— Vuoi del caffè? — domandò Caterina.

— No, grazie, non voglio più nulla, — ripetè Gonario.

Poi, finita la cena, tutti si divertirono a far dei giochi che si usano l’ultima notte dell’anno. Su cento pezzetti di carta vennero scritti i nomi di cinquanta signorine e di altrettanti giovanotti. Anzi, per rendere ameno il sorteggio, si aggiunse qualche vecchia zitella alla lista delle signorine, e fra i giovani furon messi dei vecchioni, dei preti, dei gobbi. Poi un bigliettino da ogni parte fu lasciato in bianco. Le signorine vennero gittate entro il cappello di Cesario, e i giovanotti in un piccolo cestino. Fra questi ultimi si era voluto mettere per forza anche Nennele, mentre Antonino aveva rifiutato, arrossendo. Ma Caterina ce lo mise in segreto.

Il sorteggio riuscì curiosissimo.