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10 l’arrivo

sentì la carrozza allontanarsi nella via. Solo allora si svegliò del tutto.

— Ecco dunque la nostra piccola donn’Anna, — disse Paolo Velèna, rivolto alle figlie e alla moglie.

Tutte si affaccendavano intorno alla nuova venuta, per abbracciarla e dimostrarle che realmente l’accoglievano con piacere, ed essa guardava tutti con occhi spauriti.

In realtà c’era troppa gente.

Oltre Maria Fara, la moglie di Paolo, e i suoi sette figli, c’erano due serve e una vicina. E poi un grosso cane e due gatti che, saliti sulla tavola, guardavano fissi Annicca.

Nennele, il più piccolo dei figli, strillava entro la culla, colle gambette in aria, e Antonino, il penultimo, si arrampicava dietro la sedia del babbo gridando:

— Cosa mi hai portato, cosa mi hai portato?

— Ti ho portata questa nuova sorellina, — rispose Paolo. — Va e dalle un bacio.

In mezzo a tanta confusione, col moto della carrozza ancora nelle ossa, Annicca si sentiva confusa e non parlava.