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206 | capo d’anno |
Nel cerchio di legno del braciere, entro cui un gran mucchio di brage andava coprendosi di cenere bianchissima, il gatto sonnecchiava, facendo le fusa. Sentiva anch’esso tutto il benessere di quella notte di festa. Perchè quella notte, oltre essere il capo d’anno del 1891, era una festa specialissima per casa Velèna.
Si dava l’entrata all’avvocato Goriano Rosa, cioè lo si ammetteva come fidanzato di Caterina. Era invitato a cena, nell’intimità della famiglia, eppure nella mensa c’erano soltanto nove coperti. Sebastiano non avrebbe preso parte alla cena.
In tre giorni il dramma intimo s’era svolto in gran parte, sconvolgendo l’ordine delle cose.
Il ventotto dicembre Giovanni Rosa aveva chiesto formalmente per suo figlio la mano di Caterina.
— Io sono lietissimo di tanto onore, — rispose Paolo Velèna palpitando per il piacere e per la sorpresa, — ma bisogna che prima di darvi una risposta decisiva interroghi la mia famiglia e sopratutto la ragazza.
— Sì, sì, questo è naturale, naturalissimo! —