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il sacrifizio 193


Ad uno ad uno i fratelli salirono a visitarla; alla fine, seccata, Caterina si mise a piangere e disse:

— Ma possibile che non mi lasciate tranquilla? Mi fa male la testa!

Venne Lucia e le posò una mano sulla fronte.

— Eppure hai la fronte freschissima, — disse — ti fa molto male? Cosa vuoi?

— Non voglio nulla, — rispose, — lasciatemi. Non posso veder nessuno! Se non mi lasciate in pace scendo nel cortile a piedi nudi e prendo un malanno.

— Sì, voglio morire! — disse più tardi ad Anna ch’era venuta a sedersi sulla sponda del letto. — Sono stufa di vivere, comprendi?...

— Già? — esclamò la cugina sorridendo dolcemente. E pensò: domani sarai guarita.

Guardò in silenzio i vetri grigi che riflettevano tutta la gran pace triste di un crepuscolo annuvolato, e disse:

— Dopo domani è Natale. Gesù bambino ti guarirà.

— Cosa mi importa di Gesù....

— Caterina — gridò Anna severa. — Non