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182 | il sacrifizio |
Sebastiano, ma giammai amore. E quando pensava:
— Se egli parla mi costringeranno a sposarlo, e se mi ribellerò forse mi tratteranno male.... — ne soffriva assai.
Faceva un gran torto a Sebastiano nel ritenerlo capace di tanto, ma ella non lo conosceva punto; conosceva Gonario e nella sua ingenuità riteneva tutti gli uomini capaci di qualche viltà, come lui.
Se per un momento la luce dell’amore profondo e vero di Sebastiano l’aveva colpita, il buio tornò poi più fitto. Non si accorgeva che la musoneria e l’indifferenza del cugino provenivano dalla sua passione. E mentre ella dimenticava il suo dubbio, Sebastiano soffriva pensando a lei, e credeva di aver errato nella sua via. Per lei si pentiva di tutto un passato utile e onesto, tentennava nelle sue opinioni, e desiderava d’essere come quel Gonario Rosa che pur disprezzava profondamente.
Una sera, in dicembre, Anna uscì nel cortile per chiudere il portone. Nel rientrare, passando davanti alla finestra della cantina, udì