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176 comincia il dramma


Aspettami, — disse a Caterina. — Quando ritorno giochiamo insieme una partita.

— Sì, ti aspetto, va.

La fanciulla allora salì il resto delle scale.

Davanti alla porta di Sebastiano fu riafferrata dall’angoscia che la piccola scena tra il cuginetto e Caterina le aveva quasi fatto dimenticare.

Più che altro ella saliva da Sebastiano per dimostrargli, con una falsa calma, la sua noncuranza; per dirgli con gli occhi: Vedi, non dò alcuna importanza al discorso di poco fa; l’ho quasi, l’ho anzi dimenticato.

La freddezza con cui Sebastiano l’aveva lasciata l’umiliava, e come egli era mortalmente scontento di sè perchè il colloquio aveva preso una piega diversa da quella desiderata, così Anna si pentiva di essersi confidata con lui. Pensava:

— Non mi ha compreso; ha compreso tutto al rovescio. Bisogna ch’egli veda come io sono calma.

Apri l’uscio e disse:

— Sebastiano, sei qui? Caterina mi ha detto