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160 | comincia il dramma |
è aumentata da ciò che io mi credo buona. Dio mio, Dio santissimo, datemi la fede, datemi la carità.... fate che io sia utile a chi mi ha beneficato....
— La portà si aprì lentamente ed entrò Sebastiano. Anna ebbe appena il tempo di rialzar la testa e pigliar la penna, ma arrossì per la paura di essere stata sorpresa.
Sebastiano non parve accorgersi di nulla. Era a testa nuda, con la giacca ed il gilè sbottonati sulla camicia di percalle bianco. Sedette davanti ad una piccola scrivania, sotto il casellario, e si mise a scrivere rapidamente.
Anna pure copiava. Come sempre, per parecchi minuti non si udì che il leggero fruscio delle pennine sull’aspra carta commerciale.
Dai vetri nitidi il sole d’autunno illuminava dolcemente l’ufficio; una striscia d’oro arrivava sino al tavolo di Anna, fino alla sua mano sinistra, posata sul margine del foglio. Così, nel sole, la mano era bianchissima, e le unghie delicate parevano luminose.
Nel tiepido pomeriggio nessun rumore giungeva, nè dalla via, nè dalla casa; tanto che