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158 | comincia il dramma |
Ma la lettura spirituale finì col rattristarla di più. Molti versetti la colpivano amaramente rappresentando in qualche modo lo stato dell’anima sua e la sua umiliazione.
“Povero son io ed in affanni sin dalla mia prima età; cresciuto poi fui umiliato e depresso.”
Caterina venne a sedersele vicina e la disturbò coi suoi scherzi. Anna non rispose; con amara fissazione lesse e rilesse il famoso versetto. Sì, veramente era adatto per lei!
La prese una intensa amarezza, le sembrò che anche Caterina sapesse il suo segreto e la deridesse.
Chiuse il sacro libro, rientrò e preparò il caffè, che usavasi pigliare due ore dopo la colazione. Quando lo portò a Paolo Velèna, egli le chiese se aveva piacere di scrivere.
E le diede a copiare due lettere.
— Io esco, a cavallo, — disse.
Mise la firma sua dove le lettere avrebbero dovuto finire, e uscì con Anna che riportava via il vassoio.
Poco dopo Anna rientrò e sedette davanti allo scrittojo, ma non aveva punto voglia di