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le passioni | 145 |
di parlare con sua madre di Anna. Ora la rivelazione del suo amore non giungeva inopportuna? Vedeva chiaramente quanto sua madre ambiva. Anna era povera, poverissima in confronto di Maria Marrai.
Era come se a lui parlassero di un cattivo matrimonio per Lucia o per la diletta Caterina, non è vero? — Forse, visto che esse riponevano la loro felicità in tale unione, non si sarebbe opposto, ma qual profondo dispiacere, quale umiliazione non ne avrebbe egli risentito? — Tacque dunque e per passare meno dolorosamente il tempo si diede a lavorare più di prima. Passava persino le notti in campagna, e di giorno sul suo intelligente cavallo andava di vigna in vigna, di podere in podere, vigilando, spronando all’opera i lavoratori, i guardiani, i fattori.
Paolo Velèna voleva associarlo ai suoi affari; ma Sebastiano rifiutò.
— No, — disse, — io sono agricoltore e morrò agricoltore.
Invece di spianare i boschi sardi, egli avrebbe voluto moltiplicarli, o almeno farli risorgere.