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140 le passioni

non possiamo andar oltre. — A poco a poco Paolo si raddolcì, s’intenerì e quasi quasi si metteva a piangere.

Perchè da qualche tempo gli affari gli andavano male; le cattive annate assottigliavano le rendite, non ostante l’operosità di Sebastiano, e pareva infine che con la decadenza fisica del padrone venissero giù le antiche fortune.

Cesario capì e non insistè. E siccome non era matto non sognò neppure di partire alla ventura, tanto più che ora nessuno gli dava credito.

Restò e cominciò la sua pratica presso un avvocato d’Orolà. Ma sparve la sua effimera gajezza, la sua espansione famigliare. Tornò in lui, più intensa, la noja, la stanchezza, l’intolleranza. Non potendo di più, procurava di esser gran signore in casa sua; nulla lo contentava, neppure il modo con cui Lucia ed Anna gli rifacevano il letto. Avrebbe voluto addormentarsi su uno strato di foglie di rosa, forse! Per lui si prepararono cibi squisiti, vivande prelibate, vini forti e vini leggeri, secondo l’umore della giornata. Del resto man-