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le passioni | 135 |
E gli recitò quei versi popolari e savi:
In maiu cantat s’arana |
Sebastiano riconobbe infatti il suo torto, e chinò la testa.
In realtà Paolo Velèna non dava ragione a Cesario, anzi si faceva un mondo di scrupoli, dubitando fortemente sullo splendore dell’avvenire di lui.
Ma ogni cosa fu messa in oblio allorchè Cesario consegui la laurea. Negli ultimi anni egli era diventato un incubo per Paolo Velèna.
Non gli davano tanto da pensare neppure i pesanti tributi che pagava all’esattore il quattordici di ogni due mesi. — Nessuno sapeva precisamente la cifra delle somme spese dallo studente, ma un giorno Paolo disse che se l’avrebbero pesato, Cesario non avrebbe rag-
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In maggio canta la rana
e fiorisce il prugno.
A chi male parla
peggior risposta gli danno. -