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le nozze | 131 |
Maria Fara, pallida, con la febbre, rinchiuse in una cassa tutto ciò che restava di Angela.
Un’ora dopo, alla stazione, la letizia febbrile della sera e dei giorni prima si cambiò in angoscia. Anna guardò pensierosa il treno che si dileguava nella limpida e azzurra mattina, e provò un terribile, ignoto sgomento, che restò poi sempre impresso nella sua memoria. I Velèna trascorsero in tristezza i giorni seguenti, — ma come sempre, col tempo, ogni cosa tornò al suo posto, tutto rientrò nel silenzio e nell’orbita antica.
Maria Fara però sentì bene il vuoto lasciato da Angela, sentì che i tempi cambiavano, presentì l’esodo forse non lontano di tutta la sua famiglia, e come attraverso un soffio di aria autunnale percepì le malinconie della vecchiaia, e poi della fine di ogni cosa.