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le nozze | 127 |
coglienza con relativo servizio di dolci e di caffè, — Paolo Velèna chiamò Angela nell’ufficio e le diede altre mille lire.
— Starai pur sicura, — disse Paolo, — che qualche goccia non mancherà di cadere....
Ma essa arrossì e non lo lasciò proseguire. Paolo con quelle parole significava che non avrebbe mancato di sovvenirla, in avvenire.
— Speriamo non ci sia bisogno, — rispose Angela rapidamente. — Sapete bene che Pietro non vuole alcuna dote.
— Sta bene, va! — disse Paolo che non voleva commuoversi.
E come per incanto Angela, la sera di Pasqua — un nitido e quasi freddo imbrunire, imbalsamato di lontani odori portati dal vento, — si trovò maritata. Nella sala rossa del vescovo, fu molto ammirato il vestito di Angela, ed ella parve più bella di Caterina e di Lucia che l’accompagnavano vestite di verde. Si sa: chi di verde si veste di sua beltà si spoglia.
L’oro dei gioielli splendeva sul pallore dorato del vestito di Angela, e la coda, stesa così sul tappeto con abbandono serpentino,