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le nozze 121

trovò Caterina straordinariamente sviluppata: era già più grande di Anna e molto più bella, con una splendida bocca rossa, il profilo puro, scultorio, e gli occhi grandissimi, nerissimi, luminosi. Le ciglia lunghe, le sopraciglia folte, congiunte, i capelli svolazzanti, neri come la notte, davano una bizzarra fisonomia alla irrequieta fanciulla. Ella si accorgeva sin troppo di esser bella, e i suoi movimenti bruschi, le giravolte, le risate che faceva per nulla, e persino le sciocchezze continue che diceva, invece di diminuire accrescevano il suo fascino.

A cena Pietro, osservando lo splendore fosforescente degli occhi di Caterina, pensò che ella doveva diventare più bella di Lucia. Ad Anna non badò punto: fra Lucia e Caterina, Anna spariva completamente.

Sparecchiata la mensa, Pietro salì un momento nella camera assegnatagli, e ridiscese con un involto. Lentamente, con le sue belle mani bianche, svolse l’involto. Erano i doni per Angela. Tutti li aspettavano e si riunirono attorno per vedere. Pietro aprì gli astucci di pelle, e sul velluto interno luccicarono i gioielli.