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98 | cesario. — il corredo |
Aprì un cassetto e le porse un chèque della Banca Nazionale.
— Bada bene. Non è ancora firmato da me. Bisogna che tu mi dica a chi lo porgerai, per firmarlo.
Angela prese il pezzo di carta che rappresentava il suo corredo, e mentre ella guardava confusa le lunghe linee dritte su cui era scritto il valore, e i piccoli fori, e il bono “pagate per me al signor Paolo Velèna,„ — firmato “Elio Piccolomini„ — suo padre continuò a dirle qualche cosa, ch’ella non intese.
Usci turbata; già invasa da una vaga tristezza al pensiero che fra un anno sarebbe lontana dalla sua casa, in un mondo sconosciuto.
In un attimo la notizia che Angela possedeva mille lire si sparse per la casa, e Caterina venne subito a chiederle una lira o almeno mezza lira.
— Fammi il piacere, — disse Angela stizzita, — levati di lì o altrimenti ti dispiacerà. — Ma Caterina la tormentò per tutta la sera. Era Antonino che l’aveva pregata di procurargli una piccola somma. Perchè? Mistero.