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72 ITALIA ARTISTICA


e semplice nella sua vita privata fu invece fastosissimo nella pubblica. Per provvedere alle finanze dello stato dovette trovare quaranta milioni di sesterzii e questo fece rivedendo il catasto e imponendo nuove tasse, contro le quali nessuno mormorò. Ma di una somma così ingente non si servì per i suoi piaceri o per la soddisfazione delle sue bizzarrie: il pubblico erario fu riordinato; tutti gli edifici antichi restaurati e molti di nuovi ne furono costruiti. Fra questi tiene senza dubbio il primo posto l’anfiteatro che doveva portare il suo nome e che è rimasto nei secoli come l’immagine stessa della grandiosità romana.

E veramente gli spettacoli pubblici costituivano una parte importante della vita arco di tito — le spoglie di gerusalemme.(Fot. Alinari). di Roma. I giuochi del circo, le corse, i combattimenti con le belve e i combattimenti di uomini assoldati a questo scopo erano a poco a poco divenuti una necessità per la plebe oziosa della metropoli. Abbiamo veduto come Pompeo e Marcello costruissero due teatri e come Augusto rifacesse in muratura il vecchio circo massimo di legno. Questo imperatore aveva inoltre scavato una colossale piscina, nella regione del Trastevere, per alimentare la quale occorreva uno speciale acquedotto e che serviva per le grandi naumachie o combattimenti navali di cui erano curiosissimi i Romani. Il circo, invece, era riservato alle corse dei carri e aveva una forma speciale, diviso nel centro da una muraglia o spina, su cui sorgevano colonne votive e obelischi e terminava con la mèta o limite supremo della corsa. Il circo non serviva mai a combattimenti gladiatorii, i quali si facevano un poco da per tutto, prima che fossero eretti gli edifici destinati unicamente a questo scopo e non di rado nello stesso Foro Romano. Se bene in origine questi combattimenti di gladiatori fossero