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66 ITALIA ARTISTICA

anfiteatro flavio o colosseo.

Certo si è che Roma risorse ancora più magnifica da questa sua distruzione parziale e che ai moltissimi edifici restaurati, Nerone ne aggiunse di nuovi che dovevano renderne illustre il nome fra i popoli dell’impero. Il circo che doveva portare il suo nome sul Vaticano, il grande ninfeo sul Celio, il suo colossale simulacro sull’estremo limite del Foro, e sopratutto il nuovo palazzo meraviglioso che dalle pendici del Palatino doveva spingersi fino ai limiti della regione Esquilina, furono imprese lodate anche dagli storici avversi. La casa, o, per essere più esatti, la villa che doveva essere chiamata domus aurea per la sua magnificenza, contò fra le più belle di Roma. «Prima la chiamò Transitoria» ci riporta Svetonio, e dovette questo nome per essere posta fra due colli, moneta dell’imperatore vespasiano. «di poi consumata dall’incendio e rifatta disse Aurea. Della cui grandezza e ordinamento basta dire che nell’antiporto vi era un colosso alto centoventi piedi; la facciata sì spaziosa che aveva una loggia a tre ordini di colonne, con uno stagno come un mare, con edifici intorno