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ROMA 41


pubblica — e l’orgoglio dell’iscrizione ripetuta sopra ognuna delle faccie indica quale mutamento fosse avvenuto nel primitivo spirito di semplicità. Così a traverso lotte infinite e infinite vittorie un sentimento nuovo si era formato e l’arte aveva acquistato un carattere più originale formato dagli elementi più diversi. Con la conquistaapollo musagete — museo vaticano.
(Fot. Alinari).
di nuovi popoli si era determinato un nuovo ambiente: l’arte primitiva aveva ceduto alle influenze dei Greci come più tardi avrebbe dovuto accettare ogni suggerimento. E con l’arte la religione. Agli dei latini, dovevano a poco a poco subentrare le divinità dei popoli sottomessi, in una mostruosa e magnifica confusione di riti e di forme. Fra tanti cambiamenti e fra tante trasformazioni rimane ancora come un simbolo di purezza primitiva il piccolo altare arcaico di travertino, che s’innalzava ai piedi del Palatino come un’ultima offerta votiva allo spirito italico di Roma. Questo altare fu eretto al Dio Ignoto, e una ingenua iscrizione arcaizzante ci avverte di questa sua consacrazione. Sei Deo sei deive Sacrum — dice l’iscrizione — e in mezzo ai ruderi della Roma fastosa dei Cesari, dinnanzi alle portentose costruzioni di Caracalla e di Settimio Severo, rimane come un ultimo ammonimento della purezza e della pietà primitiva!

III.

Il periodo che segna la trasformazione del governo repubblicano in potestà imperiale è certo dei più gloriosi per la storia dell’arte romana. Quando Giulio Cesare cominciò il suo grande lavoro di riorganizzazione, si trovava ad avere un popolo mirabilmente preparato ad ogni suo tentativo e oramai pronto a seguirlo nella nuova via. Come tutti i fondatori d’imperi egli aveva la visione di una grande metropoli, ricca di edifici meravigliosi, degna veramente di essere la sede e la reggia delle grandezze cui la preparava. Inoltre, uomo raffinato e spirito letterario, educato alle grazie greche e alla squisitezza dell’arte ellenica, egli non poteva tollerare la miserabile città repubblicana, le cui strade disordinate e i cui edifici rozzissimi non