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30 ITALIA ARTISTICA


originale. Di più, dedicato fin dal IX secolo al culto cristiano, sfuggì miracolosamente ai restauri e alle distruzioni, così che è rimasto quasi intatto. Il giorno in cui si ottenesse di liberarlo dall’inutile edificio — un collegio di preti armeni — che ne racchiude un lato, si avrebbe un campione perfetto dell’architettura ellenizzante, quale era di moda a Roma durante il periodo repubblicano. Si tratta di un edificio quadrangolarebusto di giulio cesare nel museo nazionale di napoli. in stile ionico, posato sopra un alto podio, sorretto da colonne scanalate e decorato nell’attico da un elegante fregio di foglie e di teste di leone. Lo stesso organismo architettonico lo ritroviamo nella Aedes pietates — oggi S. Nicola in Carcere — di cui ci rimangono ancora alcune colonne e i frammenti della cornice e del Podium. Una leggenda medioevale racconta che il tempio della Pietà era stato eretto per ricordare la matrona romana che aveva nutrito col latte delle sue mammelle la madre condannata a morir di fame in prigione. Ma la favola non ha fondamento e l’edificio fu invece innalzato dal console Cecilio Gabrione l’anno 181 avanti l’Era cristiana, per solennizzare la vittoria riportata alle Termopili. Il tempietto alla Mater Matuta è invece diverso e dovette incontrare il favore dei Romani per la sua forma circolare che ricordava loro le prime capanne rotonde della stirpe italica. Se bene, anche qui, la leggenda attribuisca a Servio Tullio l’origine di questo edificio, si sa invece che fu edificato da Camillo dopo la presa di Vejo. Distrutto da un incendio l’anno 213 a. G. C., fu ricostruito l’anno dopo. Ha forma rotonda — e questo deve aver generato l’errore della sua denominazione — e riposa sopra una base di tufo. Il suo peristilio circolare è adorno da colonne di marmo d’ordine corinzio. Dedicato durante il medioevo a S. Stefano, fu detto dalla vicina piazza Santo Stefano delle Carrozze fino al 1560, anno in cui — in seguito a un fatto miracoloso avvenuto a certa Gerolama Lentini — cambiò titolo e fu dedicato a Santa Maria della Luce. Un altro tempio, ricco di decorazioni marmoree e di fregi, fu quello eretto in onore al dio Esculapio nell’isola Teberina e di cui rimangono anche oggi alcuni curiosi frammenti. Su questa isoletta — che la tradizione vuole prodotta dalle messi dei Tarquinii gettate nel Tevere dai ribelli — era sorto fin dall’anno 328 prima dell’Era volgare, un tempio in onore al dio della medicina. In quell’anno essendo i Romani afflitti da una grave pestilenza interrogarono i libri sibillini che risposero dover i