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16 ITALIA ARTISTICA


Ma intanto, costruito il recinto, lo spazio che ne era compreso si andava popolando di edifizi nuovi e di lavori di pubblica utilità. Già, molto probabilmente, la pianura che si stendeva tra il Palatino e il Quirinale ora divenuta un luogo di riunione e di conversazione per i mercanti che dovevano trattare gli affari e per i borghigiani che volevano incontrarsi con loro maggior agio. Uno dei primi lavori che dovettero farsi, fu senza dubbio il prosciugamento del suolo paludoso e l’incanalamento dei rigagnoli che lo irrigavano. L’incanalazione dello Spinon, che era forse porta sanquale nel palazzo amonelli a magnanapoli. il più importante di quei rigagnoli, costituì quella Cloaca Maxima che, a traverso infinite vicende e vari mutamenti, continua a compiere il suo ufficio anche ai nostri giorni. Se bene la leggenda attribuisca questo lavoro importante al re Tarquinio Prisco, è invece molto più probabile che essa rimonti a un’epoca anteriore e sia stata eseguita da ingegneri etruschi, molto pratici in questo genere di lavori. Certo è che il drenaggio della valle fu la prima origine del Foro Romano, Su quel terreno pianeggiante e secco, cominciarono a poco a poco a sorgere gli edifici, fra i quali rimangono anche oggi — vestigia antichissime e rovinate — la Curia Ostilia e il pozzo aperto alle radici del colle capitolino, pozzo che fu detto Tullianum e che è una rozza costruzione eminentemente latina, composta da blocchi di tufo peperino