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ROMA 123


Vestali che erano un poco la poesia e la nobiltà stessa della città. Fu Giulia Domna che sotto il governo di Alessandro Severo (222-235) dette nuova forma al tempio di Vesta. Così come ci apparisce oggi, la figura bizzarra e misteriosa di quella imperatrice della decadenza è per noi piena di suggestione. All’improvviso, in mezzo alle donne voluttuose e feroci dei satirici e degli storici romani, ecco che balza fuori questa Giulia Domna, sapiente, energica, dotta, libera di pensiero e di attitudini, in una parola, moderna. Amica dei filosofi cristiani, istruita profondamente delle idee tempio di minerva medica. e delle tendenze che si agitavano intorno a lei, ella è per noi un curioso enimma di cui ancora l’ultima parola non è stata detta.

Certo, la sua figura dimostra sopra tutto una cosa: che le condizioni morali del popolo romano erano profondamente modificate. Come la religione non era più l’antica fede primitiva dei tempi repubblicani, così l’anima si era trasformata, avvicinandosi a quel grado di civiltà che i cristiani si vollero attribuire più tardi. In quel periodo della storia di Roma, Giulia Domna ci dimostra come la femminilità si fosse rialzata e come oramai le donne romane possedessero un’anima libera e foggiata secondo un tipo personale. Il cristianesimo non doveva dunque risollevare la vita