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ROMA 97

che prediligeva sopra le altre provincie — visse qualche tempo, percorse il Nilo, l’Eufrate, il Danubio, fu nelle Isole Britanniche dove edificò la grande muraglia di 80 miglia romane in difesa dei Caledoni; nella Spagna dove rifece in Tarragona il tempio di Augusto; in Egitto dove riedificò il sepolcro di Pompeo e incise il suo nome sul colosso di Amenofi e concepì quella Antinoé che deve rimanere ai nostri sguardi come la più inesplicabile manifestazione dello spirito adrianeo. Dovunque il pantheon — lato destro del portico. (Fot. I. I. d’Arti Grafiche). egli fu, in Asia come in Africa, nelle Gallie come nella Illiria, lasciò tracce del suo passaggio e si può dire di lui che fu veramente il grande popolarizzatore della civiltà romana, venuto dopo i conquistatori. I paesi che prima avevano poche capanne di strame, si arricchirono di monumenti architettonici, testimonianza della grandezza latina ed inizio di una nuova civiltà. Nessun imperatore e nessun sovrano mai, fu più munifico di Adriano nell’erigere edifici nuovi e nel restaurare gli antichi. Architetto egli stesso — e non indegno a giudicare dal tempio di Venere e Roma — volle vedere i suoi sogni fatti di pietra e di marmo. Spirito inquieto e cosmopolita, si compiacque di riunire tutte le forme di bellezza che lo avevano colpito e a Tivoli