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perugina. 265

Un Satiro ed una Menade guardano attoniti in sù. Sulla fascia inferiore di un vaso pubblicato dal Jahn nei Mon. d. Inst. VI, 1860, tav. XXXVII, hanno luogo dinanzi ad un idolo del Bacco barbato sacrifizii con sangue e senza, mentrechè sulla fascia superiore è rappresentato il tiaso, che in parte sta guardando il rito sacro, in parte eseguisce ceremonie d’espiazione. Finalmente rammenterò ancora qui una rappresentanza di un’epoca più recente e di un’arte diversa, che rappresenta anch’essa il tiaso facendo la parte di spettatore, ed è affine al nostro dipinto in ciò, che il tiaso, che assiste ad un fatto, è trattato come concetto principale; il fatto poi, al quale egli assiste, come accessorio. Sul sarcofago Casali (Visconti. M. PCI. V, tav. C = Millin, gal. myth. LXIV, n. 242 = Denkm d. a. K., 37 n. 432 a.) sono rappresentati Bacco ed Arianna, i quali circondati dal tiaso assistono alla vittoria riportata di Pan da due Eroti. Le figure che prendono parte a cotesto fatto, sono più piccole degli spettatori, segno evidente, che lo scopo primario dell’artista era quello di rappresentare nel tiaso i varii sentimenti, che lo spettacolo produce nei diversi personaggi di quel ciclo (v. Welcker, Zeitschr. f. alt: Kunst I, p. 475 segg.). Il grado dell’attenzione è in essi diverso e più vivo nei Satiri; concetti, che sul nostro vaso sono trattati con molto più di moderazione. La causa di ciò sta è nelle diverse epoche, in cui questi due monumenti furono eseguiti, e nel fatto stesso, al quale, in ognuno di essi, il tiaso assiste. Sul nostro vaso egli assiste ad un rito sacro, sull’altro ad una scena burlesca.

(Traduzione dal tedesco.)