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264 | anfora |
accennare il paesaggio: Bacco si trattiene in un bosco d’allori del dio congiuntogli in istretta amicizia, ed assiste sotto la sua ombra a quell’atto sacro.
Il concetto principale dell’artista era quello di rappresentare il tiaso, o per dir meglio, l’impressione, che in esso vien prodotta dallo spettacolo, a cui l’artista lo fa assistere. Appunto il tiaso bacchico composto di personaggi di svariatissima natura doveva sembrare agli artisti opportunissimo onde rappresentare in certe figure certe impressioni, e recò a loro un largo campo ove sviluppare psicologicamente in maniera svariata e ad ognuno propria i diversi caratteri di quel ciclo dominati dall’impressione da essi voluta. Così noi vediamo in un vaso Bacco, una Tiasotide ed un Satiro, i quali avendo ascoltato i perfetti concenti di un’altra Tiasotide, che dinanzi a loro stava suonando il liuto, lasciano travedere nelle sembianze l’impressione prodotta in essi da quella musica (v. O. Jahn Denkm. u. Forsch. 1855, p. 148, tav. LXXXIV). Gli artisti antichi amavano di aggiugnere alle loro rappresentanze delle figure accessorie, o che il facessero soltanto per rendere la composizione ricca e svariata, o con lo scopo di rappresentare in quelle i sentimenti, che essi solevano produrre nello spettatore. Per raggiungere cotesto scopo si sono serviti spesso del tiaso. Noi abbiamo già parlato dei vasi, dove egli assiste alla punizione di Licurgo. In un vaso nei Mon. d. Inst. II, 1836, tav. XXXVII (v. Denkm. d.a. K. II, t.XLI, n. 488 ) il tiaso assiste alla gara fra Apolline e Marsia (v. Philostr. iun. imag. 2). In un altro che si trova presso Millingen, peint. de vases I, tav. XXXVI, è rappresentata sulla striscia superiore l’apoteosi di Ercole, sull’inferiore il tiaso. Bacco ed Arianna sono a sedere l’uno dirimpetto all’altra, senza curarsi del fatto che avviene dinanzi a loro.