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disfacente potrebbero mettersi d’accordo e fra di loro e col resto della scena rappresentata, non è stata trovata finora. L’importanza è in questa rappresentazione il modo, col quale vien indicato il sito. Indietro al tiaso con pochi tratti sono accennati dei colli, che finiscono là dove comincia a spaziarsi il gruppo apollineo. Abbiamo dunque ad immaginarvi Bacco come οὐρεσιφοίτης, trattenendosi col suo corteo nei confini a lui proprii sulle falde boscose d’un monte, donde egli guarda in giù verso il gruppo delle divinità affini, che si trova nella pianura1. Ancorchè restino diverse particolarità in questo dipinto senza spiegazione, il concetto principale è chiaro, cioè che vi è rappresentato il tiaso bacchico assistendo ad un rito del culto d’Apolline; ciò che autorizza a riconoscere un simile concetto anche sul vaso di Perugia, dove le relazioni, che entrano fra il tiaso bacchico ed il gruppo delle divinità apollinee, sul lato di dietro non appariscono con ugual chiarezza, ma sono piuttosto accennate. Del resto l’affinità dei due dipinti apparisce non soltanto dalla somiglianza dei soggetti rappresentati, ma eziandio dalla stessa ese-

  1. Un simile gruppo di tre figure muliebri ed un simile giovane alato come in questa rappresentazione si trovano sur un vaso nel Bull. nap. VI, 1858, tav. IV, 2. Neppure quel dipinto però si presta ad alcuna spiegazione certa. Accanto alla figura seduta vi è rappresentato un albero d’alloro. Dinanzi a lui si vede quel giovane in attitudine simile come nel dipinto pubblicato dal Gerhard, dietro a lui una figura muliebre che tiene una cassa fra le mani. Una figura somigliante alla ΧΡΥΣΗ ΦΙΛΟΜΗΛΗ ricorre in un vaso di Ruvo coll’epigrafe ΕΥΔΑΙΜΟΝΙΑ (Minervini Dono dell’Accademia Pontaniana agli scienziati d’Italia p. 81 segg. Èlite cér. II, p. 61; Rev. arch. II p. 551), un’altra simile coll’iscrizione ΑΦΡΟΔΙΤΗ sur un vaso attico (Stackelberg Gräber der Hellenen XXIX; Müller Denkm. a. K. II, 27, 296), le quali pitture anche negli ornamenti come p. e. nella rappresentanza dell’alloro corrispondono al vaso pubblicato dal Gerhard. Infatti si vede chiaramente, che motivi, che una volta avevano piaciuti, furono dagli pittori in varie guise usati.