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perugina. 259

atto di culto, eseguito in presenza delle stesse divinità apollinee. A sinistra è seduto Bacco guardando verso il lato, dove son riunite le divinità apollinee. Una figura muliebre che gli sta d’accanto, probabilmente qualche personaggio del suo tiaso, accenna colla mano verso lo stesso lato, e par che rivolga la propria attenzione a ciò che colà si eseguisce. Indietro ad ambedue ci accorgiamo di tre figure muliebri, senza dubbio anch’esse seguaci del tiaso, che evidentemente si trattengono fra loro dello stesso soggetto. Due delle quali, l’una sedente coll’iscrizione ΧΡΥΣΗ ΦΙΛΟΜΗΛΗ, rivolgono i loro sguardi evidentemente verso il lato, dove si trovano Apolline ed il suo corteo. Una terza, rivolta la faccia verso le compagne, accenna colla mano verso il gruppo delle divinità apollinee, di modo che non vi può essere alcun dubbio, qual sia l’argomento della loro conversazione. Di dietro ad un colle comparisce il dio Pan, il quale, la mano alzata sopra gli occhi, gesto usato da quelli che vogliono vedere bene qualche cosa che accade lontano da loro, guarda anch’egli verso le divinità apollinee. Un alloro dinanzi al tiaso divide questo dall’altro lato, distinzione evidentemente diretta dall’artista a separar così il gruppo di Bacco da quello d’Apolline. Rivolgiamo ora l’attenzione a quest’ultimo. Apolline è a sedere munito di corona e di un’asta d’alloro, e guarda in su verso Diana. Quella gli sta dinanzi, cinta il capo da un diadema, dietro del quale spuntano foglie d’alloro, e reca nella sinistra la patera, nella destra l’οἰνοχόη, pronta ad eseguire la libazione. Ella è seguita da Leto, il cui capo è adorno della stefane e parimente di foglie d’alloro, mentrechè tiene nella destra lo scettro, nella sinistra un ramo d’alloro. Dietro ad Apolline sta in piedi la sacerdotessa poc’anzi descritta. Al di sopra di lei all’orlo superiore del vaso