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μεγάλοι, γυμνοι τας παρειὰς, ὅμοιοι τὸ εἶδος και χλαμύδα ἔχοντες ἐπὶ τῶν ὤμων ἐφημμήνην ἑκάτερος, καὶ ξίφη ἔφερον τῶν χλαμύδων (?) ἠρτημένα καὶ λόγχας εἶχον παρεστώσας, ἐν αἷς ἠρείδοντο, ὁ μὲν κατα δεξιαν, ὁ δὲ κατὰ λαιαν, non ha nulla onde maravigliarne, essendochè il vestiario dei Dioscuri non si scostava da quello di giovani ellenici. Anche ciò, che l’uno dei giovani reca la lancia nella sinistra, l’altro nella destra, si spiega tanto ne’ simulacri dei Dioscuri, quanto nelle nostre figure dalla necessità, che costringe l’artista di svariare le attitudini delle figure. Lo stesso si trova spesso in coppie di giovani, i quali sebbene di attitudine e di vestimenti presso a poco corrispondano alla data descrizione, con tutto ciò non possono spiegarsi tutti per Dioscuri (p. e. Millingen, peint. de vases I, tav. LVI. Millin, peint. de vases II, tav, LXXIV). Essendo secondo ogni probabilità la figura muliebre qualche sacerdotessa, e tenendo l’alloro, attributo che sempre indica qualche atto sacro, e portando inoltre anche i giovani corone d’alloro, non vi può essere alcun dubbio, che non sia per farvisi qualche rito sacro. L’alloro è nella religione ellenica in generale l’albero sacro d’Apolline, la corona ed il ramo d’alloro l’attributo di Apolline e dei personaggi, che stanno con lui in qualche relazione (v. Bötticher, Baumkultus p. 9; p. 338 segg.). Se poi l’alloro apparisce in rappresentanze, che si riferiscono ad altri dei, esso non è che attributo secondario. Degli arbusti d’alloro si scorgono sulla facciata del nostro vaso accanto al tiaso di Bacco. Il dio però e la Tiasotide portano corona d’ellera, fronde sacra di Bacco (v. Bötticher, Baumkultus, p. 14). Nell’inno omerico 26, 9 Bacco è chiamato κισσῷ καὶ δάφνῃ πεπυκασμένος, dove dalla stessa posizione delle parole ap