l’atteggiamento di meraviglia o di terrore, che noi crediamo di dover riconoscere nella sua figura. Parimente ci resta inesplicabile quel gesto di Bacco, segno di misericordia o di orrore che sia, se vi ha luogo qualche solenne atto del culto innanzi agli occhi del dio. Finalmente fa moltissima meraviglia, che la figura muliebre la quale secondo l'opinione del ch. Jahn eseguisce qualche ceremonia bacchica, è rivolta dalla parte a lui contraria. Secondo ogni probabilità si aspetterebbe, che ella si volgesse verso di lui, come in simile occasione lo vediamo nella dipintura di un vaso, pubblicato nei Mon. d. Inst. VI, 1857, tav. V, b, dove una figura muliebre, mentre Bacco le siede d’appresso, rivolta verso il dio liba da una patera in un cratere. Oltre a ciò l’attitudine della nostra figura è tale, che non si può neppure con sicurezza affermare, ch’ella versi nel cratere. I suoi sguardi sono rivolti a dirittura verso un punto lontano, e non hanno a far nulla colla supposta libazione. Così pare, che ella non alzi la patera per libarne, ma per accennare qualche cosa, che accada lontano da lei. Questi momenti ci costringono a dubitare della spiegazione proposta dal Jahn, e ci portano alla stessa opinione come nella dipintura del vaso di Perugia, cioè, che la composizione non sia compiuta, ma chieda qualche supplemento. Come nel dipinto di Perugia, così sulla parte di dietro del vaso di Anzi le faccie delle figure tutte quante sono rivolte verso lo stesso lato, nè vi si scorge alcuna relazione fra di loro stesse. I sentimenti di attenzione, di meraviglia, di pietà o di orrore, che nelle diverse figure sono espressi in un modo significantissimo, non trovano alcuna spiegazione nel dipinto stesso. In questo caso il supplemento è facile, e da cercarsi sulla parte di faccia. Già la Baccante ed il Satiro, personaggi del tiaso, che si ve-