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la più viva, mentrechè la Tiasotide, natura di più fina organizzazione di quello, guarda lo stesso spettacolo con più calma. Colla calma la più grande ed affatto conveniente alla sua maestà mira il dio. Molto buon concetto finalmente è stato di fare che Arianna non guardi lo spettacolo, ma fissi gli occhi sull’amato consorte.
La composizione del dipinto ha dunque bisogno di qualche supplemento. Un’esatta considerazione delle diverse figure ci ha fatto supporlo, ed ora abbiamo a cercare, se altri dipinti di vasi mostrino la stessa particolarità. Se non se ne trovano degli altri esempj, la nostra opinione potrebbe considerarsi soltanto come ipotesi, mentrechè se ci riesce di scoprirne un solo caso analogo, ella potrà attribuirsi il vanto della sicurezza. Consideriamo la pittura del lato posteriore di un vaso trovato ad Anzi e pubblicato dal Millingen, peintures de vases I, pl. 2. (Lo stesso si trova, ma non intiero, presso il Müller, Denkm. d. a. K. II, 38, n. 442). In mezzo di esso vediamo il giovanile Bacco seduto sopra un colle col narthex nella sinistra ed una piccola pantera sulla coscia destra. Egli guarda verso dinanzi, come se contemplasse qualche cosa, che accade innanzi ai suoi occhi ed alza la destra un poco sopra la coscia, gesto che secondo la scena nella quale egli si trova, significa ora pietà, ora meraviglia, ora orrore, ora un miscuglio di tutti questi sentimenti. Dietro a Bacco sta in piedi una Tiasotide, tenendo il timpano nella sinistra e guardando coll’espressione d’attenzione nella stessa direzione come Bacco. A lei d’appresso un Satiro imberbe, mezzo a sedere, e mezzo sdrajato, guarda in su, forse verso lo stesso spettacolo, che attira gli sguardi delle figure fin’adesso descritte. Al di sopra della Tiasotide e del Satiro, di dietro ad un colle, sputa la figura di un Satiro barba-