rappresentato un alloro; accanto a lei oltre all’alloro anche una daina, la quale, volto il capo indietro, guarda in su verso di lei. Delle cerve e dei caprioletti si vedono tante volte dipinti in rappresentazioni bacchiche, talchè non occorre citarne degli esempj. Molto singolare però è il grande ornamento a guisa di arabesco, il quale vedi dipinto immediatamente presso al gruppo di mezzo. Forse non serve ad altro che ad ornamento, ed è destinato a riempire il vuoto che in proporzione assai grande vi era fra il gruppo di mezzo e la Tiasotide. Del resto di cosiffatte rappresentazioni si potrà giudicare con qualche sicurezza soltanto allorquando per un accurato studio dei sussistenti monumenti, fatto a bella posta con questo scopo, saranno stabilite le leggi, che i pittori di vasi seguivano sotto questo rapporto. Tranne la figura muliebre, che sta d’appresso a Bacco, tutte le altre figure della nostra rappresentazione si riconoscono facilmente dagli attributi caratteristici, dei quali sono forniti, di modo che se ne potevano indicare i nomi insieme colla descrizione. Quanto a quella poi si può stare sospesi fra Arianna e Semele, figure che si distinguono assai difficilmente, essendochè anche la madre di Bacco veniva effigiata con sembianze giovanili. In ogni caso però Bacco veniva più spesse volte rappresentato insieme con Arianna che con Semele. Finora sono stati avvertiti soltanto tre vasi, sui quali si riconoscono con assoluta sicurezza Bacco e Semele: cioè in primo luogo il dipinto di una tazza arcaica del Museo Santangelo coi busti di Dioniso e Semele (Bull. Nap. N. S. VI, tav. XIII = Gerhard über die Anthesterien tav. I, 1. 2); il secondo si è un’idria di stile arcaico del Museo di Berlino con Dioniso che monta una quadriga e Semele che gli viene incontro (v. Gerhard, Berlins ant. Bildw. I, Vasen n. 699.