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stiale, e vivono come lupi e cani senza nessuna legge e mangiando carne cruda. Non è al mondo altro che due generazioni di Tartari: i Tartari bassi, che hanno corpo umano, e quelli che si appellarono Tartari Macabei, che son quelli Cinamoni, i quali, cioè, hanno corpo di cane. E questa generazione abita per le caverne nelle montagne. La Tartaria che dal mar Caspio s’estende fino al mar di Fiandra per l’Asia, l’India e la Persia, quasi da levante a ponente, e che verso tramontana fredda confina coi Teutonici, cioè Lamagna, ha gli abitatori comunali. E questi sono i bassi Tartari tutti trafficanti e nemici di quelli della Tartaria superiore, i quali sono bestiali e tutti giganti. Si cibano di carne cruda, ed abitano nelle più alte montagne di Belur, d’onde viene il gran fiume di Daria. Quelle sono le più fredde montagne del mondo, e qui si dice che nasce il cristallo, la qual cosa è d’acqua ghiacciata per lunghezza di tempo convertita in pietra solida.

Voltato adunque il Meschino a mano diritta verso Colchi, trovò certi villaggi e castella, dove egli addomandava in lingua turchesca la via verso Armenia, non volendo andare a Colchi, perchè essi eran Saraceni. In poche giornate giunse in Armenia, ovvero in un reame all’Armenia sottoposto, chiamato Iberia. Vide la città de’ Tarmagosiani, dove sono uomini molto grossi ma non molto grandi e maggiori de’ Turchi, cioè, hanno essi il viso più grande che i Turchi non hanno; e molte altre città e castella, finchè passato il fiume Eufrate, giunse a Zatar, ovvero Cretar, città sul mar Caspio, dove alquanti giorni si riposò. Queste genti sono belle, sì uomini come donne; sono tutti bianchi ed hanno i capelli biondi, quando poi s’invecchiano diventano negri, per lo contrario de’ Greci.

Il Meschino partito di Zatar, andò alla città d’Albania, la quale è capo del regno, e fugli fatto grand’onore. In questa città maschi e femmine hanno i capelli lunghi, usano nel vestire panni di lino la maggior parte bianchi, e vestono largo. Partito dagli Albani bianchi vide ancora molte grandi città e passò molti grandi fiumi che entravano nel mar Caspio, per lo spazio dì giornate trenta. Poi si partì del mar Maggiore, e giunse pel mar Tartario al detto fiume Daria, che parte la provincia del mar Maggiore