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58 | guerino. |
mandai loro come l’avevano avuto, ed uno fra essi rispose aver preso nel passare il mare Adriatico una picciola nave che conteneva una donna antica ed una balia che dava il latte ad un fanciullo e quindi un famiglio. Il famiglio uccisero e la vecchia buttarono in mare. Noi non cercammo più innanzi, e per tutta la compagnia lo comprammo. Nel partir poi della compagnia lo contarono a me con altra mercanzia». Il Meschino udendo a che modo nelle mani di Epidonio era venuto, cominciò gran pianto, e l’imperatore lo confortò con questo dire: «Rallegrati che a questi segnali tu non sei di vile lignaggio, e la tua franchezza me l’ha ben dimostrato. Indugia ancora alquanti giorni ch’io ti prometto secondo il mio potere di ritrovare chi furono questi corsari, e sapremo da loro quello che si potrà. — Che non sia vano il potere d’un re della terra!» rispose il Meschino. Dopo si ritirarono.
L’imperatore mandò per molti negromanti, che per incantagione trovassero la sua schiatta. Mandò per tutti i porti di Romania, d’Italia, di Schiavonia, d’Albania, di Candia e di tutto l’Oceano, cercando di que’ corsari che in quel tempo avevano navigato, e molti ne trovò, ma non quelli che avevano predata la nave di Guerino. Furono fatte mille incantazioni pe’ detti negromanti, nè si potè trovare e sapere niente di sicuro, salvo uno incantator d’Egitto, che costrinse uno spirito, il quale spirito non sapendogli anche dir nulla sul conto della generazione del Meschino, l’incantatore lo scongiurò in questo modo: «Dimmi almeno per qual via lo potrò io sapere?» Rispose lo spirito ad alta voce: «Vada agli Alberi del Sole, là saprà della sua generazione, e troverà suo padre. Agli Alberi del Sole andò Alessandro Magno, il quale seppe da loro dove egli doveva morire1.
- ↑ Qui viene a proposito il dire come l’antichità ricca di sì grandi uomini, non conti fra sè de’ personaggi cavallereschi, quali furono Riccardo Cuor di Leone, e più tardi Francesco I e Carlo XII. L’antichità non sentì quell’esaltazione cavalleresca che portò tanti uomini illustri di natali e di potenza in cerca di brillanti avventure. I grandi uomini dell’antichità combattono per obbedire alle sante leggi della patria, per dominare ed opprimere i propri concittadini, o per conquistar il mondo; ma non si legge che abbiano versata una stilla di sangue pel solo amore della gloria, e per far onore ad una donna. Pure v’ha un’eccezione; questa eccezione è Alessandro il Grande. L’autore del Guerino ha con molto senno