Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/59


capitolo iv. 35

cavaliere: sii valente, coraggioso e leale. I baroni anch’essi coll’imperatore raccolti in una cappelletta del palazzo per questa sacra funzione, gli diedero il caschetto, lo scudo e la lancia. In questo egli ginocchione a terra orava molto ferventemente, e colle mani giunte verso l’altare. Vedendosi poi così armato si sentì come una nuova virtù infusa nel cuore, e dopo ascoltati i saggi precetti del sacerdote, e promesso un’altra volta di conservare l’onor della Santa Fede, di proteggere le vedove, gli orfani e qualunque gemeva nell’oppressione, e di star pronto ad armarsi in difesa delle dame, le quali non avessero mai a patire oltraggio nella fortuna e nell’onore, di non dire male di esse, nè che male altri dica permettere, queste e tali altre cose avendo promesso di fare, ricevette la santa benedizione, e si dispose a partire subito pel campo. Ma prima Elisena gli voleva donare una ghirlanda di perle, ed egli non la volle, dicendole con amaro rimprovero, che egli era un povero schiavo, e nemmeno sapeva di cui fosse figliuolo. Elisena cominciò allora a sentir il peso della sua colpa, e ne pianse a calde lagrime, sperando quando che fosse, che il Meschino ritornasse al primiero amore. Il Meschino intanto montato a cavallo, ed accompagnato da tutti i cavalieri, si mosse contro il nemico. Essendo egli poco dilungato dalla sua gente, ficcò la lancia in terra, e guardando verso il cielo pregò Dio che gli desse grazia ch’ei potesse ritrovare suo padre e la sua generazione. Aggiunse nella sua preghiera, che se il padre teneva altra fede che quella di Gesù Cristo, non lo chiamerebbe mai per padre, se non si battezzasse, e che egli mai non terrebbe altra fede che quella del Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Pregò ancora che Iddio gli desse vittoria, acciocchè egli meritasse ad Alessandro il servigio ricevuto. Dopo questo pio ricoglimento in sè stesso, pieno di fidanza nel cielo impugnò la lancia, e andò coraggiosamente verso Torindo, il quale era lì ad aspettarlo armato di tutto punto. Appena egli lo vide tornare, che disse: «Sarebbe costui quegli che vinse la giostra?» Tanto era il valore che animava Guerino in quel primo momento di vita!

Giunto l’uno in faccia dell’altro, Torindo non istette a domandarlo di nulla, ma disfidollo, ed ambi presero del campo, insieme si azzuffarono, e gran colpi si diedero. Torindo ruppe la lancia e