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CAPITOLO IV.


Il re Astiladoro si muove a far guerra alla città di Costantinopoli,
dove il Meschino fa di molte intraprese.


CC

ome spesse volte interviene per la superbia, che quelli che hanno torto vogliono avere ragione; così fecero i figliuoli del re Astiladoro, i quali andarono dal padre, e dissergli come essi avevan vinto l’onore, e come l’imperatore non aveva voluto dar loro il prezzo, infin che egli non sapesse chi fosse quel cavaliere che era stato vincitore. Di più dissero come al villano non si doveva dar onore; e così fecero, che il re Astiladoro, il quale era signore della maggior parte della Romania, e per forza teneva la maggior parte della Grecia, udita la bugia, e gonfiato di superbia, si mosse a far guerra alla città di Costantinopoli. Per la qual cosa egli con tutte le sue genti vennero in distruzione di quella città.

La fortuna, che sta sempre apparecchiata a servir quegli che la cercano, chi ad un modo, chi ad un altro, secondo che a lei è in piacere, il più delle volte è contraria alla superbia, e questo perchè la superbia è contraria ad ogni bene, e perchè il superbo non vuole nessuno al pari di sè. Però fu ella cacciata dal cielo, e molti gran signori sono venuti a meno, e annullarono ogni loro