Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
capitolo xlii. | 331 |
alla bella Antinisca, figliuola del re di Persepoli, io le presenterò la tua!» — Allora di nuovo si corsero a ferire, e Sinogrante gli diede un colpo: ma il Meschino ne diede un altro a lui che gli spaccò l’elmo in più parti. Guerino gridò: «Gesù Cristo, che mi facesti trovar mio padre e mia madre, dammi virtù contro questo infedele!» Quando Sinogrante udì queste parole, disse: «Tu devi essere il franco Meschino;» ed egli rispose: «Tu dici il vero». Allora Sinogrante voltò il cavallo verso i suoi cavalieri e cominciò a gridar soccorso; ma il Meschino lo raggiunse e a due mani lo percosse sull’elmo, ch’essendo fesso, tutto s’aperse, e così morì il fiero Sinogrante.
Morto Sinogrante, i suoi cavalieri cominciarono a fuggire, e i pastori montarono sopra certi cavalli, e andarongli dietro seguitandoli e molti ne furono morti. Dopo il Meschino con quei pastori a piedi ed a cavallo posero campo al castello, dove era preso Alessandro, la qual cosa vedendo quelli del castello si fecero grandissima maraviglia, e domandarono che gente essi erano. Il franco Meschino fece dire come il loro signore era morto, e perchè credessero, fece portare il morto Sinogrante al castello, e quando la donna vide il corpo morto, alzò le mani al cielo e laudò gli Dei che l’avevano cavata dalle sue mani, fece trarre di prigione Alessandro ed il feroce Artibano, e loro disse: — «Generosi cavalieri, voi avete detto che siete cristiani, però se voi promettete menarmi al padre mio il re di Saragona, vi renderò le vostre armi e i cavalli, perchè i cavalieri cristiani hanno nome di essere i più leali del mondo, però io mi fido di voi. È venuto un cavaliero di fuori del castello, il quale combattendo uccise Sinogrante che tradì mio padre, il quale l’aveva fatto capitano di tutta la sua gente, e questo traditore, essendo io d’anni quattordici e con quaranta damigelle nel giardino di mio padre fuori della città, mi prese e con molti armati mi menò in questa selva; fece fare questo castello, ed hammi qui due anni tenuta, ma ora ch’egli è morto, mi raccomando a voi, per amor del vostro Dio». — Artibano udendo queste parole, rispose: «O nobile donna, non dubitate, che per la fede che ho promessa al miglior cavaliere del mondo, io mi vanto di rendervi al padre; ma io vi prego che ci rendiate l’armi e i caval-