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capitolo xlii. | 327 |
predetta. Ella fece di lui come aveva fatto ad Alessandro, e poselo nel medesimo luogo. Sinogrante fece pigliare i loro cavalli e condurli nel castello, comandando che fossero ben governati, ed ei con que’ cavalieri ch’eran seco, cominciò ad andare giù per la valle dietro a Trifalo, ch’aveva veduto partire da questi due. Or torniamo al Meschino e alla bella Antinisca.
Partiti Alessandro, Artibano e Trifalo dal Meschino e da Antinisca, la quale per la fame si veniva meno, il valente cavaliero addolorato per non le poter dar da mangiare, andava cogliendo erba e frutti selvatici, e con questo la sostentava al meglio che poteva, dicendo: — «Oimè! perchè ti cavai dalla tua terra? meglio era che tu fosti morta per le mani de’ tuoi nemici, che venire a morire in questo luogo di fame!» — Era già presso vespero quando un cavaliero armato di armi lucenti, arrivò dove era il Meschino, e vedendo la donna posta in terra a giacere, credendo che fosse un maschio, dimandò al Meschino cosa aveva quell’uomo. Rispose il Meschino: «Non ha altro male che la fame. Non possiamo trovare niente da mangiare». Rispose quel cavaliero: «Egli è presso due giorni ch’io non ho mangiato; noi eravamo tre compagni che venivamo da Persepoii, andando per questa selva, e non sapendo la via trovammo lungi da questo luogo circa due miglia ben cento pastori, i quali ci hanno assaliti, hanno uccisi i miei compagni ed io sono campato per il buon cavallo». Allora disse il Meschino: — «Io ti prego che tu m’insegni dove son questi pastori». Il cavaliero rispose: «Io te li mostrerò, ma ti consiglio di non andarvi imperocchè son troppi». Disse Guerino: «Meglio è morire francamente che vivere stentando!» — e appena potè far rimontare Antinisca a cavallo, quel cavaliero gli mostrò la via, e andarono tanto che trovarono que’ bestiami, e fu veduto da’ pastori, i quali gli vennero incontro. Guerino lasciò Antinisca e quel cavaliero, il quale aveva già mezzo perduta la vista per la gran fame. Giunto il Meschino a que’ pastori, li salutò, ed essi s’ingegnavano di metterlo in mezzo, avevano archi e lancie, e al saluto del Meschino non risposero perchè lo voleano ammazzare a tradimento. Conoscendo il Meschino la loro volontà, mise mano alla spada e gridò: «O traditori ladroni, voi avete trovato il brando della giustizia!» gittossi tra loro e