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322 | guerino. |
la quale andava verso la città di Damasco, e quando fu partito, il franco Guerino fece serrare la porta di dietro che usciva per il giardino, avendo l’elmo sfornito di ogni ricchezza, per non parere un signore, e tutti i suoi compagni con Antinisca uscirono armati a cavallo, tutti con le lancie in mano, eccettuato lui che non aveva elmo, ma un cappello alla turchesca, un arco ed un turcasso. Tutti avevan vesti contraffatte ed era circa a mezzanotte quando giunsero alla porta che ancora non erano fuori i trecento cavalieri. Essi in fretta uscirono dalla città, e Parvidas, perchè il campo non si levasse a rumore, li fece star a lato il fosso e mandò verso il campo due i quali significassero ch’era Parvidas. Allora venne Melidonio, Durachio d’Artinis e Tarsidonio di Comopoli, i quali erano tutti armati, ed aspettavano Parvidas, ed era quasi tutto il campo armato. Questi lo menarono verso il padiglione di Lionetto. Il Meschino e i compagni in questo mezzo stretti insieme si cominciarono ad allontanare da loro. — Parvidas giunse al padiglione. — Già era Trifalo lungi da loro mezzo miglio, passarono pel campo verso Media, e andarono tutti cinque scostandosi sempre dai nemici.
Parvidas, quando giunse al padiglione di Lionetto, trovò molta gente armata, e Lionetto fecegli grandissimo onore, e appresso poco stettero che misero con loro gran quantità di gente. Venne Parvidas con mille armati, presero la porta e dopo di lui giunse Melidonio il turco e la sua compagnia, Durachio d’Artinis e Tarsidonio da Comopoli con dieci mila armati, il re Margara e Nacarin con trenta mila, e dietro di loro venne Lionetto con tutto il resto del campo. Poichè Parvidas ebbe presa la porta, entrò dietro la seconda e la terza schiera. Disse Lionetto: «Andiamo al palazzo dove è il Meschino!» E giunti, trovandolo serrato, credettero che si volesse mettere in difesa. Comandò che fosse per forza preso il palazzo; allora fu combattuto e niuna persona lo difendeva. Quando fu aperto il palazzo andò cercando per tutto, e non trovando il Meschino, nè i compagni, nè Antinisca, molto s’adirò Lionetto. Chiamò Parvidas e disse: «Dove sono costoro?» Gli rispose: «Signore, lo lasciai qui, e subito serrarono la porta quando mi partii da loro». Disse Lionetto verso Parvidas: «Tu li hai scampati!» e gridò a’ suoi cavalieri che l’uccidessero, e fu