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e quanti peli aveva addosso e così lo rimandò nel campo; questa fu la risposta che mandò il Meschino a Lionetto. Quando que’ signori ch’erano venuti fuori di Persia in ajuto de’ Persiani, videro questo, fu tanta turbazione fra loro, che non si potrebbe mai dire, e subito mandarono ambasciatori all’Almansore padre di Lionetto, che movesse maggior gente per lo assedio. Onde l’Almansore subito se ne venne a Persepoli con molti Persiani e re e gran signori.

Il Meschino deliberò dar loro la battaglia, nel furore della quale fu preso Alessandro. Condotto a Lionetto dimandò chi egli fosse. Alessandro disse ch’era signore di Costantinopoli. Disse Lionetto: — «Questo Guerino chi è? — Rispose Alessandro: — «Chi lo dee sapere meglio di voi, per cui voi Persiani potete dire che siete signori di Persia?» Allora Lionetto disse: — «A me pare essere stata una gran pazzia la tua d’aver lasciato la tua signoria ed esser venuto a morire in questo paese». — Disse Alessandro: — «Noi Cristiani non siamo fatti come voi, che rendete male per bene, ma noi il più delle volte rendiamo bene per male, e come questo nobile cavaliere m’ha difeso casa mia due volte, perchè non vi ricordate voi pure dei Turchi quando vi tolsero tutti questi paesi dai quali non vi potevate difendere, se non fosse stato questo cavaliero? Il merito che voi gli rendete si è che voi desiderate la sua morte». — Disse Lionetto: — «Lascia stare ora queste parole, perchè i Saraceni non furono mai amici de’ Cristiani; ma dimmi chi è questo Meschino, imperocchè molti dicono che fu già tuo schiavo?» — Allora rispose Alessandro: — «Non è vero, perchè mi fu donato con patto che lo francassi, ed io lo feci franco, e poi seppi che per paura de’ nemici e preso da’ Corsari, fu venduto ai mercadanti, per mezzo de’ quali capitò in Costantinopoli. — Disse allora Lionetto: — «Egli ha preso due miei vassalli e volli mandare dentro un mio messaggio, ma questi temono andare da lui. — Alessandro ridendo disse: — «Chi fa male non aspetti altro guiderdone, il suo messo a voi mandato lo faceste tornar con la testa rasa come una zucca, però rimandò il vostro senza peli». Disse Lionetto: — «Se io non ti avessi dato a Fauridon, io ti farei cavar la lingua dietro la nuca!»

Disse allora Fauridon ad Alessandro: «Non si potrebbe mandare