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CAPITOLO XXXIX.


Come il Meschino libera Persepoli, e s’incontra colla bella Antinisca.


I

nteso il franco Guerino il grande assedio ch’era intorno alla città di Persepoli, consigliò coi compagni, i quali deliberarono di partire sconosciuti, ed andar per il campo dei Persiani. Colà giunti, furono presentati a Lionetto figliuolo del gran soldano di Persia, e giunti al padiglione smontarono, entrarono dentro, e videro Lionetto giacer sopra un letto di seta, in terra molti tappeti e molti gran signori, e dove erano due e dove stavano quattro a sedere, chi giuocando a un giuoco chi ad un altro. Non si potrebbe mai dire lo scellerato modo come stavano con Lionetto, ch’aveano le gambe alte, mostravano le disoneste parti, e così molti altri. Facendosi Artibano innanzi tutto quanto armato, il Meschino e Alessandro finsero di essere persone grosse e poco usati nelle armi. Artibano salutò Lionetto da parte di Macometto, e que’ nobili che gli erano d’intorno: cominciando a guardare le sue arme, alcuno dicea verso Lionetto: — «Per Macometto che sono ben armati costoro!», e confortavano Lionetto che gli facesse rubare