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capitolo iii. | 19 |
altri; ma ebbe molti colpi, e fu per cadergli sotto il cavallo. Tuttavia per forza di speroni drizzatosi, fece cadere molti nemici, onde su per la piazza si levarono grida universali di applausi.
Elisena, che vedeva tanta bravura in quello sconosciuto, chiamò Alessandro, domandandogli chi fosse quel villano, che faceva tante maraviglie. In questo tempo fece il Meschino cadere ed uno Archilao ed Amazzone di Scio, e Napalor re di Alessandria, e più di quaranta cavalieri. Ma gli rovinò addosso furiosamente una sì grossa turba di giostratori, che Alessandro temendo, andò subito dall’imperatore suo padre dicendogli che era poca cortesia soffrire che tanto oltraggio fosse fatto a quel povero cavaliero, e che tanti gli andassero addosso in una volta. A quelle parole l’imperatore fece suonare la tromba, che indicava essere finita la giostra. Il Meschino appena sentì la trombetta, uscì della giostra1 per non essere conosciuto. Ciò vedendo la gente si facea beffe di lui, dicendo fra sè: «E’ debbe essere un qualche pazzo, ch’ha vinto la giostra, ed ora si fugge».
Tornato al giardino, Alessandro gli aperse le porte e poi le serrò, quindi disarmatolo, l’abbracciò e baciollo. Rivestito il Meschino, tornossi su nel palazzo perchè era ora di cena. Alessandro riposte le armi, e tenutene la chiavi egli stesso, fece menar intorno il cavallo senza alcun fornimento perchè non fosse conosciuto, e poi rimenare alla stalla. Egli pose grandissimo amore al Meschino per la sua valentigia.
Entrato Alessandro nella sala, tutti i baroni gli fecero largo, ed egli nel passare toccò il Meschino, che serviva avanti ad Elisena. Arrendevole al dolce invito della sorella si pose a cena con lei, nel mentre che tutta la corte cercava di ragionare dicendo: — Chi può essere quel villano che oggi ha fatto tanto in arme?» Alessandro per farli sempre più parlare, disse rivolto al Meschino: — Perchè non ti armasti tu? saresti andato contro quel villano. — Non mi gabbate, signore, rispose il Meschino, chè s’io avessi armi e cavallo non sarei peggio degli altri». Di questa risposta fu chi