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metto mi ha liberato, me ne fuggii e son venuto per vederti tutto smembrato a membro a membro». Intanto Alessandro lagrimava, e furono ritornati in prigione. Per queste parole molto più fede gli prestò Baranif, e il dì seguente avendo dato ordine di farli morire, Baranif mostrò tutte le sue armi ad Artibano, il quale avea queste tre notti e tre giorni dormito con Baranif, e la sera disse Artibano: «Fatemi una grazia, signore, di costoro, che questa notte sieno dati alla maggior guardia, imperocchè mi par sempre vederli fuggire». — Baranif ne rise, fecegli ancora la grazia, e mise molta gente armata alla prigione che li guardassero, e poi tolse le chiavi in sua balìa.

Gran lamento facea il Meschino con Alessandro della gran fortuna e disgrazia loro, e l’uno piangeva dell’altro. E quando fu l’ora della mezzanotte, Artibano sentendo dormire Baranif, prese la sua spada, e gli tagliò la testa, dopo uccise i di lui camerieri, e vi lasciò in guardia uno de’ suoi famigli, l’altro mandando alla stalla a far sellare i cavalli. Fece legare Alessandro e il Meschino, e così legati li menarono alla camera di Baranif, frustandoli, battendoli e minacciandoli. Li mise nella camera, e mandò via gli armati dicendo: «Per domattina siate apparecchiati che noi andiamo a impiccar questi ladroni!» ed essi partirono, l’uno dicendo all’altro: Il nostro signore li vorrà far tormentare questa notte. Altri dicevano: Vorrà campar il figliuolo dell’Imperatore di Costantinopoli, s’egli vorrà dargli il suo reame. Altri dicevano: Egli vorrà donare ad Artibano qualche membro; ognun diceva la sua, e tornarono ai loro alloggiamenti. Artibano come fu nella camera, che altra persona tranne i suoi scudieri non v’era, si gittò al collo al Meschino, e così piangendo disse: «O nobilissimo e valente cavaliero, quanto dolore avrebbe il tuo antico padre Milone, s’egli sapesse il grandissimo pericolo nel quale tu sei? O signor mio onoratissimo, ei mi fece tanto onore, che per me non potrebbe rimeritarsi. Pure gli sia accetto il servizio, che ora gli rendo di campare la tua vita». In questo disciolse loro le mani, mostrò Baranif morto ed anche il suo cameriere, quindi li menò dove erano le loro armi, e feceli prestamente armare. Il Meschino molto si maravigliò della fedeltà d’Artibano e disse: — «Ora quanto debbo essere obbligato ad Artibano!» Tosto che furono armati