Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/384

296 guerino.


Ricevuto Baranif la risposta di tutti i signori di far morire il Meschino ed Alessandro, diede ordine di farli appiccare prima, e poi a membro a membro farli tagliare, e mandare a donare a chi la testa, a chi le mani. Fe’ fare le forche ed era per tutto una grande allegrezza.

Ora ritorno al valentissimo cavaliere Artibano, che si rendette per i prieghi che gli fece il Meschino, e lo mandò in Italia a Milone suo padre, che l’accettò come se fosse stato il suo proprio figliuolo, e diedegli cento cavalieri in compagnia e oro e molti vestimenti e lo mandò a Roma al Sommo Pontefice a farlo battezzare di sua mano, e gli pose nome Fidelfranco. Egli, dopo andato e tornato, volle andare in Grecia in ajuto del Meschino; ma vennero lettere della sconfitta del re Astiladoro, e come Girardo doveva subito ritornare. Per questo aspettò tanto che Girardo giunse a Taranto; e quando Milone seppe che il figliuolo non si trovava, n’ebbe gran dolore, e così Fenisia madre di Guerino che molto piangeva. Fidelfranco se n’avvide ed ebbe gran compassione di Milone, e gli giurò nelle sue mani lagrimando d’andare per Guerino, il quale insino alla morte fedelmente seguirebbe. Partito da Taranto con una galera, venne in Costantinopoli, dove gli fu fatto grand’onore, conoscendo chi era; e quando Fidelfranco seppe l’andata di Guerino dal vicerè, si partì con la galera, e navigando tornò indietro insino alla volta de’ Turchi, e verso Rodi insino a Bairuti, e lì smontò con due famigli dalla galera, e montò a cavallo, andò avanti e giunse in quella parte, dove avevano uccisi quei diciotto ladroni e i due giganti tartari, che ancora vi era molto sangue sparso per terra, e la campagna era piena d’armi rotte, vi erano teste di morti e alcuni panni stracciati e aste rotte da fiere selvatiche, e pensò che quivi fosse stata battaglia.

Artibano di Liconia, il quale fu chiamato al battesimo Fidelfranco, cavalcando verso Comopoli, e incontrati molti del paese, lor domandava dell’armi che avea trovate rotte nella campagna non sapendo che ivi fosse stata battaglia, e arrivando certi messaggieri del Soldano a Baranif, che venivano d’Asia, si accompagnò con loro, andarono a Comopoli, e cominciarono a dire verso Artibano, perchè essi conoscevano ch’egli era turco, come i tra-