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capitolo xxxviii. 293

lingua turchesca, e uno di loro disse: «Smontate in terra se no voi sarete morti. — Rispose il Meschino: Perchè ci volete voi far oltraggio?» Ma uno di loro non istette a dire più parole, e diede al Meschino una gran bastonata; non potè più comportare il Meschino, ma imbrandì la spada, e al primo colpo gli fece due parti del capo. Alessandro avea la lancia sotto mano, e passò un altro fino di dietro. Allora si cominciò tra loro la battaglia per modo che i loro scudieri furono morti ambidue; ma il Meschino ed Alessandro gli uccisero tutti sì che solo due ne camparono di questi venti. Allora si mossero da’ loro padiglioni due altri a piedi molto grandi. Il Meschino arrestò la lancia contro uno di quelli, e gli fece una piaga, ma si ruppe la lancia e a lui fu ucciso il cavallo sotto. Il Meschino saltò in piedi con la spada in mano, ed Alessandro ch’era andato contra l’altro, fu abbattuto per il colpo del bastone, e quel gigante tartaro lo prese, e lo portava verso il padiglione. Il Meschino fece molti colpi con l’altro Tartaro, alla fine gli tagliò la man dritta, che poco più lo potè offendere, onde, volendo per la ferita della mano fuggire, il Guerino gli tagliò la gamba dritta, poi diede soccorso ad Alessandro, e quel Tartaro, credendo che Alessandro fosse morto, lo gittò in terra e si rivolse contra il Meschino menandogli del bastone; schivò il colpo, ed egli lo ferì in su la testa, e il Tartaro pieno d’ira contra lui si mosse con furia. Alessandro si drizzò in piedi, e tutta la spada giunse al Tartaro di dietro, il quale a due mani menava il bastone contro Guerino e percosselo. Alessandro gli dette un colpo nella coscia dritta ed a traverso gliela tagliò, e il Tartaro cadde morto, onde il Meschino rimproverò molto Alessandro perchè avea tagliata la coscia al gigante mentre combatteva con lui. E morti i due Tartari ebbero gran dispiacere de’ loro scudieri che aveano perduti, e fecero una fossa e li sotterrarono. Il Meschino avea gran dolore del suo cavallo, e tolse il migliore di quelli ch’erano di questi Turchi, e tolse il fornimento del suo. Quindi andarono ai loro padiglioni, e ivi trovarono alcuni legati, i quali liberarono, ch’erano ventidue prigioni, e poi si rinfrescarono e dimandarono a questi prigioni la via di andar a Persepoli. Risposero: «Voi avete ancora a fare un gran cammino, ed avete a trovar molte città di mala gente; da qui a Persepoli vi sono ancora quindici giorni; per certo noi cre-