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288 | guerino. |
avvidero i Turchi, ed entrarono dentro ad Antinopoli, e nel seguente giorno vi giunse l’oste de’ Turchi, che pose campo intorno alla città.
La mattina, quando il Meschino vide la città assediata, chiamati a sè tutti i maggiori della città e baroni, e li menò sopra le mura. Vedendo come i Turchi li avevano assediati, quelli della terra aveano gran paura; ma il Meschino e Girardo se ne risero, e stettero a questo modo assediati ben venti giorni. Aspettando altri venti giorni, la notte vegnente videro il segno dal castello, e per questo si misero tutti in punto. In questo mezzo non volle il capitano che combattessero; per cagione che quelli del campo non li sforzassero per modo che paresse che la gente non potesse uscire dalla città alla battaglia. E avendo veduto il segno di Alessandro, che veniva con gran gente, la notte fece mettere in punto tutta la sua gente da piedi e da cavallo, e la mattina avendo fatto tre schiere uscì dalla città.
Essendo cominciata la battaglia tanto terribile, che Girardo venne ferito a morte, il Meschino abbandonando ogn’altra battaglia, gettò via lo scudo e verso quella parte si drizzò con gran furia, ed entrò nella battaglia, perchè vedea i cristiani ad un mal punto. Vedendo Tirante, che li cacciava innanzi, il Meschino gli corse addosso, avendo a due mani la spada, e diedegli un sì gran colpo, che gli divise l’elmo e la testa sino al busto. Per questo colpo entrò tanta paura nei Turchi, che dinanzi al Meschino si dilungavano, dicendo per il campo il gran colpo che avevano veduto fare al Meschino sopra il franco capitano Tirante, e che un cavaliero aveva ucciso Anfitras, e per questo cominciarono tutti i Turchi a fuggire. Il Meschino fece portare il corpo di Girardo credendo che fosse morto, e i cristiani appena gli cavarono l’elmo tornò in sè. Il Meschino non era presente quando Girardo si risentì, ma era come uomo disperato entrato tra i nemici, cacciandoli per il campo con grande uccisione, e gittando in terra bandiere e padiglioni. E il franco Girardo, ritornato in sè, si fece tutto il capo lavare, e ristagnato il sangue, e preso un poco di conforto, si fece rilacciare l’elmo e tornò alla battaglia.
Mentre queste cose si facevano, Alessandro assalì i Turchi in