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Il Meschino cavò l’elmo a Napar, e gridava che si rendesse, ma egli non gli rispose. Il Meschino col pomo della spada l’uccise, e come fu morto, si levò verso la città un gran rumore, dicendo quelli della terra: «Viva i cristiani!» E per questo fu più facile a pigliare la terra di Durazzo, e la quale poco dopo fu messa a sacco. E presa la piazza montarono il Meschino e Girardo sopra il palazzo maggiore, e le genti della città corsero alle prigioni e le ruppero, e dentro vi fu trovato Milone principe di Taranto padre del Meschino, e la sua madre donna di Milone, la quale aveva nome Fenisia, vecchia, pelosa, con i panni rotti e stracciati, sicchè da più parti mostrava le carni, e non si vide più oscura cosa. Quando furono ritrovati fu loro dimandato quanto tempo erano stati in prigione, risposero trentadue anni, e furono interrogati chi erano, risposero ch’egli era Milone principe di Taranto, fratello di Girardo di Puglia, e che il padre suo fu Girardo da Frata, e quell’altra Fenisia sua donna. Li menarono sul palazzo dinanzi al Meschino e a Girardo. Quando Milone e Fenisia giunsero sulla sala, Guerino si cambiò di colore e cominciò a lagrimare. Girardo lo guardò in viso, e disse:

— O franco capitano, perchè sei tu così cambiato di colore?» Guerino rispose: — O caro mio signore, questi sono il padre mio e la madre mia. Tu sai che io ti ho detto d’aver cercato tutto il mondo infino agli Arbori del Sole, e sono stato dalla fata, e alla caverna di San Patrizio, e non potei sapere per nome chi fosse il padre mio. Ho solamente saputo tre cose: La prima, mi dissero gli Arbori del Sole che io era cristiano due volte battezzato, e la prima volta fui chiamato Guerino e la seconda Meschino; la seconda cosa fu che la Fata mi disse che la mia balia aveva nome Sefferra, e fu di Costantinopoli, e morì in mare. La terza mi furono mostrate nella caverna di San Patrizio due statue per similitudine, e mi fu detto: quando tu vedrai due simili come questi, quelli saranno il padre tuo e la madre tua, e ognuno di questi mi dissero che erano vivi». E mentre ch’ei diceva queste cose a Girardo, fecero star discosti Milone e la moglie. Allora vedendo Girardo piangere Guerino, cominciò a piangere con lui, e disse Guerino per ritrovare la