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CAPITOLO XXXVI.


Guerino prende Durazzo, e riconosce il padre e la madre.


A

vendo veduto i Saraceni fuggire Silonio col braccio tagliato, entrò in loro tanta paura che gettarono tutte le bandiere per terra, e tutti cominciarono a fuggire, e i cristiani li seguitarono confusamente. Girardo, fatta medicare la piaga, era di tanto animo che tornò alla battaglia. In questo avendo esso messi i nemici in fuga, Guerino ne seguitava la traccia, e insieme con loro giunti alla porta molti cavalieri smontarono a piedi, e per forza presero il ponte della porta. La battaglia era terribile: in questo punto giunse Napar alla porta, e smontò a piedi, assalì il Meschino, e diedegli d’una lancia a due mani, che il Meschino tagliò, e appressati l’uno all’altro si diedero certi colpi di spada, e poscia si abbracciarono insieme l’uno coll’altro; il Meschino lo gittò sotto, e vi era tanta moltitudine di nemici che il Meschino sarebbe stato male se non fosse stato Girardo che giunse, il quale trovando la gente per fuggire, gridò, e per forza presero la porta.