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preghiamo Dio che ci dia vittoria contra questi cani Saraceni!» Presto si volse il Meschino con una grossa lancia in mano. Girardo non aveva mai più veduto Saraceni che facevano sì gran rumore, che egli aveva paura di quelle grida, ed andò a lato del Meschino, il quale disse: — O canaglia, che non siete altro che voce, ma le nostre spade saranno forti». E detto questo, mise un grido per metter animo alle sue genti: «Gesù Cristo viva!» e pose la sua lancia in resta con tanto ardire, che tutta la sua gente prese cuore come fece il loro capitano.

Arrestata il Meschino la sua lancia s’incontrò con Arfineo, e dieronsi due sì gran colpi, che Arfineo ruppe la sua lancia, e non potè piegare il Meschino, ma fu sì grande la percossa del Meschino che fu rotta la sua lancia, e gittò Arfineo da cavallo, e nella battaglia si mise con la spada in mano, facendo cose maravigliose. Girardo s’incontrò con Danache, e ambedue si abbatterono in terra da cavallo, e presto si levarono in piedi con le lance in mano, e si assalirono l’un l’altro, e la gente cristiana entrò nella battaglia facendo una grande uccisione di infedeli, per cui i Saraceni sentendosi essere quivi danneggiati, si gittarono in queste parti. Ora qui si cominciò la terribile battaglia, che i cavalieri cadevano per terra da ogni parte; in mezzo fu rilevato Arfineo, fu portato morto a suo padre Madar, il quale ebbe grande dolore sentendo dire che erano a piedi. E Girardo e Danache furono da tanta gente tramezzati, che Danache montò a cavallo, e gridando alla sua gente impediva molto Girardo che era a piedi che non poteva montare alla battaglia che era sì grande. Il Meschino aveva scorso insino ai pedoni, e, veduto la loro schiera, rivolto, tornò indietro a prender la sua schiera per soccorrere a quella battaglia ch’era nel campo, e per campare Girardo ch’era in pericolo. E vedendo tanta canaglia in quella parte, vi si avventò furioso, atterrando cavalli e partendo elmi, oh quanti cappelli di cuoio e di ferro tagliava! Subito fu la spada conosciuta, e giunto nel mezzo della battaglia si gittò lo scudo di dietro alle spalle, e prese la sua spada a due mani, e vide Danache che si sforzava di metter Girardo a morte. E il Meschino lo assalì con gran furore, e il Saraceno si rivolse a lui percuotendosi con le spade, e il