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270 | guerino. |
a Durazzo, perchè il campo colà si aspettava. Quando il Meschino sentì questo, subito fece apparecchiare molti ingegni da combattere ch’erano delle navi e molte scale. Il giorno seguente comandò che tutte le navi si dovessero approssimare a terra per combattere, e così fecero i pedoni, e i cavalieri armati i quali tutti con ingegno si approssimarono alla città dove era una gran parte della muraglia molto debole, che quelli della terra se ne fidavano, e non temevano da quel luogo per cagione che era fortificato dal fosso. La città era da tre parti combattuta, salvo da quella parte del fosso, per cui il Meschino aveva mandato tre mila cavalieri in tre parti del paese, i quali, se alcuna gente de’ Saraceni apparisse, l’avessero subito ad avvisare.
Cominciò la battaglia che fu grande per mare e per terra. Quelli di dentro facevano gran difese; ma i balestrieri cristiani ne ferivano molti. Durò questa battaglia dal mezzo giorno fino al tramontar del sole, e molte scale furono appoggiate alle mura, e molte ne furono rotte per le pietre e legni che furono dalle mura gittati: nondimeno la maggior parte di quelli della terra furono feriti, ed essendo molto affaticati si riempirono di gran paura. Essendo la sera sopraggiunta ognuno tornò al suo alloggiamento. E quando le navi furono tirate indietro, il Meschino andò fin alle navi, e chiamò un valente cavaliere, il quale era di Capua chiamato Manfredo, fecelo capitano di due mila pedoni, ed ordinò che l’ubbidissero. Ed ei secretamente gli ordinò che sulla mezza notte facesse accostare le navi a terra, e se potessero pigliare parte del muro dov’era il fosso, lo pigliasse, e se non lo potesse pigliare, che stessero fermi alle navi, e non attendessero altrove, ch’egli aveva speranza d’aver la terra quella notte. Appresso a questo ordinò che trenta barilotti portassero nel campo vôti, e ne fece conficcare due insieme al pari e con due legni, per modo che a due si potevano portare; poi fece congiungere certi legni lunghi confitti l’uno a paro dell’altro, che aggiungessero alle teste dei barilotti, e molte scale furono apparecchiate, e quando queste cose si ordinarono il campo faceva gran rumore. La sera tutto l’oste si confortò, ed i feriti furono ben curati.
Venuta l’ora della mezza notte, il Meschino andò due volte in-