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capitolo xxxi. | 263 |
animo di tornar in Persia, si maravigliò e disse: — O signor mio Guerino, io ti prego, che noi andiamo a visitar il re d’Inghilterra, che per le parole che io gli ho detto di te ha gran desiderio di vederti». Guerino rispose: — Mi conviene andar altrove, e se a Dio piace che io torni, io voglio attendere quel ch’io ho promesso alla bella Antinisca, e questo voglio adempire solamente per farla battezzare, e prego per questa buona amistà di giurata fratellanza, ch’è fra te e me tu mi faccia condur in Irlanda, e quando sarò tornato andremo a visitar il re d’Inghilterra». Messer Dionino rispose: — Tu non anderai senza di me». Rispose Guerino: — Voglio che perdoni, imperocchè a me solo bisogna compir questa faccenda». Disse messer Dionino: — Almeno sino in Irlanda ti farò compagnia,» e comandò che una nave fosse apparecchiata in quel punto. Disse il Meschino: — Prega Dio per me». Per questo ogni uomo lagrimò per tenerezza, poi entrando in nave, il Meschino prese licenza da ognuno, e messer Dionino gli fece compagnia fin in Irlanda. E navigando vide l’isola d’India e in pochi giorni giunse al porto Sconfarda in Irlanda, nella quale isola sono queste città in sul mare Sconfarda verso Inghilterra, e verso Garbino, e un’altra città che ha nome Diocida; da Sconfarda sino alla città di Dans son cento miglia, e di là sino a Ibernia sono cento miglia. Vi sono molti castelli, molti bestiami, e molti gran boschi disabitati. E ancora verso la Spagna v’è un altro paese chiamato Lancia, e ha due città: una ha nome Laurimerichie, e l’altra Sersfoncs, e vi sono molti castelli e ville; è molto temperato paese, e le persone molto vivono, ma perchè è lontano dalla terra ferma, è male abitato. E questo dimostra l’umana natura, che per consuetudine partecipa più di terra che altro elemento, e con tutto che in questo paese si viva molto, nondimeno abitano più in terra ferma, perchè la terra mostra esser più naturale elemento e vera nostra madre. E si partì da Sconfarda e andò in Irlanda, poi in Ibernia l’ultima città ch’è verso ponente, la quale per natura è bellissima, grande e ben popolata, e assai miglia di bel paese ben abitato d’ogni cosa delizioso, e forte di terreno, e di gente, e di belle fortezze, e gente sempre sta sulle porte a far guardia per paura de’ corsari. Signoreggia il paese l’arcivescovo d’Ibernia.